ENERGIE RINNOVABILI E CAMBIAMENTO CLIMATICO, STANNO FACENDO LE LEGGI GIUSTE? PNIEC
L’adozione
nel 2013 della “Strategia europea di Adattamento al Cambiamento Climatico” ha
dato l’impulso ai Paesi Europei a dotarsi di una Strategia nazionale in
materia.
Con Decreto
del Ministero dell’Ambiente del 16 giugno 2015 è stata del approvata la Strategia
Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici; di conseguenza il Ministero dello Sviluppo economico ha presentato in
Commissione Europea la Proposta di Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) e, insieme
al Ministero dell’Ambiente e al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti,
hanno elaborato il Piano nazionale
integrato per l’energia e per il clima 2030 (link di riferimento: https://www.mise.gov.it/images/stories/documenti/Proposta_di_Piano_Nazionale_Integrato_per_Energia_e_il_Clima_Italiano.pdf).
E’ una
grande iniziativa che parte dalla volontà comune di ridurre i cambiamenti
climatici attraverso la dismissione delle fonti inquinanti e l’adozione delle
energie rinnovabili, se non fosse che i proponenti si sono dimenticati di
osservare alcuni princìpi fondamentali che la riguardano.
Partendo
dall’analisi di:
·
articolo 32 della Costituzione Italiana in cui si
enuncia che “La Repubblica tutela
la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della
collettività…..”,
·
articolo 13 comma 4 della legge n°152 del 2006 nel
quale cui si fa riferimento ad un ALLEGATO VI - Contenuti del Rapporto
ambientale di cui all'articolo
13 (allegato ricco di indicazioni, informazioni e spiegazioni su ambiente, compresi aspetti quali la
biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo,
l'acqua, l'aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio
culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio),
confrontandoli
con la bozza che è stata presentata dal Governo Italiano all’Unione Europea si
intuisce con molta chiarezza che ci si è dimenticato di qualcosa di importante.
Il Comitato Salute e Ambiente ha
presentato, nei termini di legge, le osservazioni sulla Proposta di Piano
Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima evidenziando queste gravi lacune
ed esortando i legislatori a riformulare ex-nuovo la proposta stessa.
La domanda
che i componenti del Comitato si sono fatti è la seguente:
“Quando si
parla di Strategia di Adattamento ai Cambiamenti Climatici ci si può
dimenticare della tutela dell’ambiente, della popolazione, della flora e della
fauna, del patrimonio culturale? ”
In un
cambiamento climatico il fattore determinante è l’inquinamento; per cui è
importante attuare una strategia di decarbonizzazione in favore delle energie
rinnovabili.
E’ altresì
importante trovare strumenti che preservino la natura (fattore primario della
sopravvivenza del nostro pianeta), gli animali, la flora e il genere umano.
In Italia
esistono strumenti legislativi che impartiscono le regole per progettare questo
cambiamento, ma è possibile che i governanti, assieme ai soggetti competenti in
ambiente, si siano dimenticati di consultarli?
Ci viene da
pensare: se rivoluzioniamo il pianeta con energie rinnovabili senza tutelare la
salute (della sfera umana, animale e vegetale) che genere di cambiamento
andremo ad attuare?
Se queste proposte
diventano Legge, una energia rinnovabile (magari nociva o, addirittura,
pericolosa) per esempio, si potrebbe utilizzare, perché nei princìpi
fondamentali della Legge stessa non sarebbero stati inseriti gli strumenti per
la tutela della salute.
E poi a chi
verrebbe attribuita la responsabilità dei danni arrecati?
·
Ai Ministeri?
·
Al Governo?
·
Agli Enti Pubblici?
·
Ai soggetti competenti
in materia ambientale?
·
Alle associazioni ambientaliste riconosciute dal
Ministero dell’Ambiente?
·
La Proposta di Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) sopra
esposta è la stessa che hanno presentato all’Unione Eurpoea? Se si, la
Commissione stessa cosa avrà risposto?
Basta
ripercorrere a ritroso il nostro recente passato nel quale, non molti anni fa,
si utilizzava l’amianto, materiale dalle prodigiose proprietà fisiche e
termiche, senza sapere che in un futuro prossimo molte persone sarebbero morte
proprio a causa della pericolosità dell’amianto stesso.
Questo per
citare uno dei molti esempi che dovrebbe esserci di insegnamento per non
incorrere nuovamente in clamorosi errori FATALI.
Invitiamo i
cittadini, i comitati, le associazioni, le aziende, chiunque ami e voglia
difendere la salute, il territorio, le sue bellezze, il paesaggio, l’acqua potabile,
i prodotti DOC, DOP a riflettere sul tema esposto.
È necessario
organizzare e coordinare varie iniziative, essere più efficaci nelle azioni da
intraprendere e superare la scarsa e tardiva informazione su questi temi.
Comitato salute e ambiente
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