giornalisti presenti nella conferenza stampa della nuova sigla no trig

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NOTRIG, LEONI PRESENTA IL NUOVO LOGO E PROMETTE BATTAGLIA SULLA GEOTERMIA

di EMANUELE FARAGLIA –
VITERBO –  “Siccome l’Italia sta rischiando di grosso sulla geotermia, ho fatto una nuova sigla a livello nazionale ed europeo”. Non appena sistemati il videoproiettore e la tendina che copre il simbolo, Carlo Leoni, il piccolo imprenditore agricolo noto alle cronache per le sue battaglie contro la geotermia, spiega il perché della conferenza tenutasi nel pomeriggio al Bar Mauro.
Sull’argomento si dibatte da anni in Italia e nel mondo, per le possibilità, ma anche per i rischi legati alle attività attraverso cui l’uomo sfrutta le fonti geologiche di calore, naturalmente presenti nel sottosuolo, per produrre energia sulla superficie terrestre.
“L’Italia – spiega Leoni, prendendo uno stralcio dai suoi appunti – fa parte di una piattaforma mondiale, la Global Geothermical Alliance, di 43 membri. Oltre 200mila i pozzi che si vorrebbero realizzare. Gli obiettivi dell’Alleanza sono  ottenere un aumento del 500 per cento globale della capacità installata per la produzione di energia geotermica.In Italia, secondo uno studio di Capuano l’EGS , (ovvero l’Enhanced Geotermical System, la cosiddetta Geotermia di terza generazione), non si può fare.
Alcuni progetti sul Viterbese sono nel piano energetico (approvati con decreto della Regione Lazio nr 87 sotto la prima giunta Zingaretti, EGS e Offshore) e riguardano – spiega Leoni mentre mostra ai presenti  in sala le slides – lago di Vico Bracciano, Nemi, ecc…”.
Insomma, il pericolo, secondo Leoni, è presente. Per questo l’ideatore del “NOTRIG” organizzerà il 5 maggio una conferenza a Viterbo e , probabilmente a giugno anche un sit-in a Montecitorio, flash mob nei laghi ed altri momenti di confronto pubblico.
Nel frattempo, mentre i presenti prendono appunti su questioni tecniche, pur mancando proprio una figura esperta del settore, si viene a sapere tra le altre cose che:
  • il Fracking è stato vietato in Francia nel maggio 2011
  • l’Alleanza GGA ha una troupe che spiega a tutti, perfino alle tribu Vanuatu, come funziona la geotermia di terza generazione.
Insomma, tutto alla luce del sole, o quasi, dal momento che stiamo parlando di metodi sperimentali tecnicamente fattibili, ma dalle conseguenze imprevedibili e difficilmente comprensibili con una spiegazione di pochi minuti. A questo proposito va chiarito che al momento della stesura di questo articolo la conferenza era ancora in corso, ma sull’argomento torneremo nelle prossime settimane e mesi.
A Latera, per quanto riguarda il viterbese ad esempio, Enel Green Power vorrebbe riaprire la centrale dismessa dal 2000. Dunque i fronti sono diversi: “Uno sul Global Geothermical Alliance, l’altro su Regione Lazio e Toscana – spiega Leoni – La mia preoccupazione è che i NO GESI hanno presentato una proposta (14 – 6 -2017) alla giunta, ai consiglieri di Lazio, Toscana e Umbria di 40 pagine nelle quali spiegano come vorrebbero la geotermia. Il cavillo per bloccarli c’è, nel Lazio e in Toscana”.
La questione, ovviamente, non è solo squisitamente tecnica, ma anche politica ed allora, visto che anche nel Viterbese, mentre ancora è tutto da decifrare l’esito delle politiche del 4 marzo,  si andrà alle comunali il 10 giugno   a Sutri, Vallerano, Vignanello, Valentano e Viterbo, viene spontaneo chiedersi quali forze politiche si stanno occupando della questione e in che modo: “Il 5 Stelle vuole fare… bene, il piano energetico è favorevole a bassa, media e alta entalpia!” esclama Leoni, che tira in ballo anche la consigliera pentastellata Silvia Blasi, intervistata da Tuscia Times nell’ormai lontano 2015, un’altra era “geo-politica” e scusate il gioco di parole.
Blasi in Regione Lazio disse: “Non possiamo dire di no a tutto…”. Oggi, però, come allora, Leoni è solo nella battaglia contro la geotermia a 360 gradi. O almeno così sembra, in realtà, tra gli invitati si scorge un esponente di Potere al Popolo, e anche Paola Celletti della lista Lavoro e Beni Comuni, candidata a Viterbo, che afferma: “Credo che sul territorio ci siano diverse problematiche. Innanzitutto è una questione complessa e quindi non si può dire no a prescindere. Però dobbiamo valutare anche il territorio. Qui, innanzitutto non c’è solo il discorso dei terremoti, che immagino legato a trivellazioni molto profonde, ma qui c’è un’altra cosa. C’è la contaminazione delle falde acquifere da gas naturali e chimici, come sembra si sia verificato all’Amiata. Qui abbiamo un grosso problema con l’inquinamento dell’acqua che già cerchiamo di tenere sotto controllo come comitato creato cinque anni fa, il comitato “Non ce la beviamo”. Abbiamo l’acqua ai limiti della potabilità. E poi non solo, i dearsenificatori non hanno escluso il problema. Inoltre, abbiamo il problema della riserva termale, anche qui ci potrebbe essere un inquinamento delle falde. A Viterbo abbiamo numerose problematiche che si potrebbero sommare alla geotermia”.
La rappresentante di Lavoro e Beni Comuni, che annuncia un incontro pubblico venerdì 13 aprile presso la sala della Provincia di Viterbo, conclude il suo intervento con un perentorio “La situazione va valutata bene“.
Leoni riprende il discorso: “Con la bassa entalpia si può fare anche il ciclo binario (alta entalpia) eccolo l’inghippo…”.
La bassa entalpia, infatti, è quella che riguarda fluidi fino a 90 gradi, la media quella che va dai 90 ai 150 e l’alta quella che supera i 150 gradi. Dunque nell’affaire geotermia  qualcuno sta giocando “sporco”? Ai posteri l’ardua sentenza.

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